Fare arteterapia
con il vetro

organizzato a Piegaro il ciclo di laboratori Sentieri Notturni

gruppo di lanterne realizzate con vasi di vetro

In ogni ciclo di laboratori, i partecipanti al progetto di arteterapia Ti racconto: dal Museo alla Città realizzano oggetti che rimandano alla storia del museo ospitante.
Al Museo del Vetro di Piegaro è la volta delle lanterne di vetro.

Fare arteterapia
con il vetro

organizzato a Piegaro il ciclo di laboratori Sentieri Notturni

In ogni ciclo di laboratori, i partecipanti al progetto di arteterapia Ti racconto: dal Museo alla Città realizzano oggetti che rimandano alla storia del museo ospitante.
Al Museo del Vetro di Piegaro è la volta delle lanterne di vetro.

Breve storia del
Museo del Vetro di Piegaro

Il legame del comune di Piegaro con il vetro affonda le sue radici nel Medioevo.
La lavorazione era un asse portante dell’economia locale, tanto che il centro storico ospitava una vetreria, ora sede del complesso museale.
L’edificio è stato dismesso solo alla fine degli anni ’60 del ‘900, quando la produzione viene trasferita in uno stabilimento a valle del piccolo borgo.

Tra le tecniche utilizzate per la lavorazione del vetro, la più antica e caratteristica è la soffiatura (libera o a stampi).
Dagli anni ’50 del ‘900 è stata sostituita da macchine semiautomatiche, che riproducono il meccanismo artigianale con getti di aria compressa e stampi metallici.

I manufatti in vetro prodotti comprendono: bicchieri, bottiglie, brocche, contenitori per la conservazione di vino e olio, recipienti e utensili a uso medico, galleggianti per reti da pesca; l’oggetto più iconico però è il fiasco, liscio o con incisioni a rilievo, che spesso veniva ulteriormente rifinito con l’impagliatura a mano.

Breve storia del Museo del Vetro di Piegaro

Il legame del comune di Piegaro con il vetro affonda le sue radici nel Medioevo. La lavorazione era un asse portante dell’economia locale, tanto che il centro storico ospitava una vetreria, ora sede del complesso museale. L’edificio è stato dismesso solo alla fine degli anni ’60 del ‘900, quando la produzione viene trasferita in uno stabilimento a valle del piccolo borgo. Tra le tecniche utilizzate per la lavorazione del vetro, la più antica e caratteristica è la soffiatura (libera o a stampi). Dagli anni ’50 del ‘900 è stata sostituita da macchine semiautomatiche, che riproducono il meccanismo artigianale con getti di aria compressa e stampi metallici. I manufatti in vetro prodotti comprendono: bicchieri, bottiglie, brocche, contenitori per la conservazione di vino e olio, recipienti e utensili a uso medico, galleggianti per reti da pesca; l’oggetto più iconico però è il fiasco, liscio o con incisioni a rilievo, che spesso veniva ulteriormente rifinito con l’impagliatura a mano.

L’incontro tra vetro e arteterapia

In continuità con la lunga tradizione vetraia di Piegaro, il progetto Ti racconto: dal Museo alla Città ha sviluppato il ciclo di laboratori Sentieri Notturni.
Le attività mettono al centro il vetro come materiale di partenza per costruire una narrazione personale.
I partecipanti hanno infatti realizzato delle lanterne, dipingendo con le tempere e decorando con materiali di vario genere dei barattoli di vetro; una volta completate, le hanno assicurate con dello spago per poterle appendere nelle vie del centro abitato.
Gli elaborati, una volta organizzati in un sistema, passano da storia individuale a collettiva: le tante piccole parti che la compongono interagiscono tra loro e ci ricordano la complessità e l’unicità dell’esperienza umana.

L’incontro tra vetro e arteterapia

In continuità con la lunga tradizione vetraia di Piegaro, il progetto Ti racconto: dal Museo alla Città ha sviluppato il ciclo di laboratori Sentieri Notturni. Le attività mettono al centro il vetro come materiale di partenza per costruire una narrazione personale.
Due donne con il velo, di origine araba, sono sedute una accanto all’altra e realizzano collage durante il laboratorio di arteterapia.
I partecipanti hanno infatti realizzato delle lanterne, dipingendo con le tempere e decorando con materiali di vario genere dei barattoli di vetro; una volta completate, le hanno assicurate con dello spago per poterle appendere nelle vie del centro abitato.
In primo piano, appoggiate sopra il tavolo all’interno di un laboratorio, ci sono delle lanterne di vetro colorate. Sono state realizzate dalle partecipanti ai laboratori di arteterapia con barattoli di vetro, carta velina e disegni astratti realizzati dai partecipanti stessi. Sullo sfondo si intravedono dei mobili con oggetti di vetro e quadri appesi alle pareti.
Gli elaborati, una volta organizzati in un sistema, passano da storia individuale a collettiva: le tante piccole parti che la compongono interagiscono tra loro e ci ricordano la complessità e l’unicità dell’esperienza umana.

Il significato simbolico
della lanterna

È importante ricordare che l’arteterapia mira all’espressione del proprio universo interiore attraverso l’attività artistica, più che alla creazione di un’opera d’arte in sé. Dobbiamo allora superare il concetto di bello o brutto e chiederci prima di tutto: qual è il significato della lanterna? Ci vengono in aiuto le parole dell’arteterapeuta che conduce il progetto, Pamela Pucci:

“La lanterna simboleggia la nostra luce interiore. Accendere una piccola lanterna è un gesto simbolico per offrire luce all’oscurità. È la luce con cui si può illuminare il nostro personale cammino e l’intero mondo. Su cosa vogliamo fare luce? Sulla strada fatta o su quella ancora da fare?”

La lanterna è quindi uno strumento versatile: può aiutarci a indagare un passato doloroso o incoraggiarci a muovere i primi passi verso un futuro che ci spaventa. Siamo noi a decidere su cosa si poserà la sua luce (e quindi su cosa concentrare la nostra attenzione in un dato momento della nostra esistenza), in base a dove dirigiamo il nostro sguardo.

Il significato simbolico della lanterna

È importante ricordare che l’arteterapia mira all’espressione del proprio universo interiore attraverso l’attività artistica, più che alla creazione di un’opera d’arte in sé. Dobbiamo allora superare il concetto di bello o brutto e chiederci prima di tutto: qual è il significato della lanterna? Ci vengono in aiuto le parole dell’arteterapeuta che conduce il progetto, Pamela Pucci:

“La lanterna simboleggia la nostra luce interiore. Accendere una piccola lanterna è un gesto simbolico per offrire luce all’oscurità. È la luce con cui si può illuminare il nostro personale cammino e l’intero mondo. Su cosa vogliamo fare luce? Sulla strada fatta o su quella ancora da fare?”

La lanterna è quindi uno strumento versatile: può aiutarci a indagare un passato doloroso o incoraggiarci a muovere i primi passi verso un futuro che ci spaventa. Siamo noi a decidere su cosa si poserà la sua luce (e quindi su cosa concentrare la nostra attenzione in un dato momento della nostra esistenza), in base a dove dirigiamo il nostro sguardo.